I 15 libri del 2021 che avreste dovuto leggere

Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo), Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi (NERO)

Medusa era ed è una newsletter, curata da Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not. Nel 2021 Medusa è diventata un libro, edito sempre da Not, che non è una raccolta di articoli e brani già inviati via mail agli iscritti, ma qualcosa d’altro. Medusa è un percorso di riflessione sull’antropocene (ma non avrebbe più senso chiamarlo capitalocene?, ci si chiede a un certo punto) che scorre parallelo alla newsletter e prende avvio da una Milano ectoplamastica, resa immobile e trasparente dalla pandemia. Non potrebbe essere altrimenti. Medusa è stata la riflessione più interessante, comprensibile ed intrigante dei motivi e delle interconnessioni che rendono l’emergenza climatica un problema non solo imminente, non solo ecologico, ma anche politico, sociologico e storico. 

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Crossroads, Jonathan Franzen (Einaudi)

Dopo Purity e le critiche verso l’incapacità di Franzen di decifrare il presente, o quanto meno questo presente, l’autore de Le correzioni ambienta il suo novo romanzo sulla linea di confine tra ’60 e ’70. Risolto il problema temporale, resta grande la capacità di Franzen di tratteggiare la dimensione familiare, con le sue dinamiche e le sue incomprensioni, e la dimensione borghese. Sottraendosi al contemporanea, Franzen ha trovato anche la sua dimensione ideale, quella che gli consente di pubblicare uno dei suoi romanzi migliori. 

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Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche, Reni Eddo-Lodge (Edizioni E/O)

Spesso alla critica (letteraria, in particolare, ma spesso in generale) piace usare il termine “necessario” in relazione a un qualche prodotto culturale. Spesso, ovviamente, questo termine è usato a sproposito. Anzi, quasi sempre. La grossa eccezione è Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche di Reni Eddo-Lodge, perchè è davvero necessario rendersi conto di quanto ci sia in ciascuno di noi persone bianche, anche in chi si ritiene totalmente e orgogliosamente anti-razzista, quanto meno una punta di razzismo interiorizzato, sistemico, ereditario, di cui è complicatissimo liberarsi senza che qualcuno ce lo metta davanti agli occhi e ci costringa a farci i conti. L’occasione è utile anche per capire quanto la Storia (nello specifico quella del Regno Unito), sia spesso una storia basata su sfruttamento ed esclusioni che nel nostro lato del racconto tendiamo ad omettere.

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L’uomo immaginario, Al Ewing (451)

Il 2021 è stato l’anno dell’arrivo di 451. L’etichetta fantascientifica costola di Edizioni BD si è presentata con una tripletta di altissimo livello composta da Relazioni di Sheila Williams, La voce del fuoco di Alan Moore e L’uomo immaginario di Al Ewing. Probabilmente avete già sentito citare Ewing come sceneggiatore di fumetti: la run del suo Immortal Hulk è un gioiello abbastanza imperdibile per chiunque ami Hulk, l’horror o in generale il fumetto. Ma, dicevamo, Al Ewing è anche autore di un romanzo che è molto lontano dai toni horror del suo Hulk. Si potrebbe descrivere come un noir fantascientifico, ambientato in un futuro imminente in cui i personaggi immaginari della letteratura, della tv e del cinema sono diventati persone “reali” attraverso tecniche avanzate di clonazione. L’uomo immaginario diventa così una ghiotta occasione per Ewing per riflettere sul copyright, sul razzismo, sulle discriminazione di genere, ma anche sul ruolo dello scrittor e dell’immaginazione. Il tutto strappando risate (amare) ad ogni pagina. 

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Chiaroscuro, Raven Leilani (Feltrinelli)

Edith ha 23 anni, è afroamericana, vive a Brooklyn, ha un lavoro precario nell’editoria e ha conosciuto Eric online. Eric ha 40 anni, vive in un bel quartiere bianco e borghese di New York ed è sposato. Il sesso tra i due svolge una funzione per entrambi: a Edith serve come fuga e riparo dalle difficoltà esistenziali in cui la sua condizione la pone, per Eric invece è una riconferma della sua relazione aperta. La perdita del lavoro di Edith tuttavia innesta una serie di dinamiche impreviste: la moglie di Eric invita la ragazza a vivere a casa loro. È un modo per controllare la relazione del marito, per aiutare la figlia adottiva (anch’essa afroamericana) a trovare una propria strada, ma anche un espediente narrativo efficace per mettere il lettore di fronte al disturbante. E cosa c’è di più disturbante di una vita che in fondo non si vorrebbe vivere?

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Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Benjamín Labatut (Adelphi)

Il virus battezzato Covid19 non sarà il solo lascito degli ultimi due anni. La pandemia a  un certo punto finirà – credo. E spero – lasciandoci in eredità un generale e diffuso scetticismo verso la scienza, alimentato nel frattempo dal plotone di virologici e loro colleghi assortiti che hanno provato con successo a trasformare la loro autorevolezza in un’impietosa messinscena circense. Anche per questo motivo è un sollievo imbattersi nei racconti di Benjamín Labatut pubblicati da Adelphi che riportano scienza e scienziati a una dimensione umana, e dunque fallibile, a tratti persino maniacale, ma sempre votata al progresso e mai allo spettacolo o all’autocelebrazione. Quando abbiamo smesso di capire il mondo non lo so, forse non l’abbiamo mai davvero capito, e per questo c’è davvero bisogno di qualcuno che si impegni a spiegarcelo, non senza ironia, ma anche con serietà.

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Solenoide, Mircea Cărtărescu (Il Saggiatore)

Parlare di Solenoide è davvero complicato. Il Saggiatore, l’editore italiano del romanzo di Mircea Cărtărescu lo descrive come monumentale. Altrove si è parlato di opera totale. A cavallo tra fisica, postmodernismo e lirismo, Solenoide si ripiega su se stesso più volte, segue centinaia di vicende che in realtà sono solo una, mette costantemente alla prova la percezione del lettore. E poi c’è Bucarest, epicentro magnetico – letteralmente  – delle attenzioni di Cărtărescu, che quest’anno è già stata protagonista di Bad Luck Banging or Loony Porn (citato da Andrea nei 20 film del 2021). Un’accoppiata che ha riportato in questo 2021 la Romania nei radar culturali italiani. 

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I terrestri, Sayaka Murata (Edizioni E/O) 

Dopo La ragazza del convenience store, parecchio apprezzato su queste pagine, Sayaka Murata torna per Edizioni E/O con un nuovo romanzo incastrato nelle pieghe della rigida società giapponese. Anche questa volta la protagonista è una donna, Natsuki, così aliena alle convenzioni della società giapponese da convincersi di essere davvero un’aliena, fin dalla prima infanzia. Questo meccanismo dissociativo, indispensabile a una giovane mente in formazione per convivere con la durezza genitoriale, sopravvive tuttavia in Natsuki e suo cugino fino all’età adulta, conducendoli a una serie di spiazzanti riflessioni che costituiscono il cuore del romanzo, ma anche a una finale esagerato e sopra le righe che spiazza e sorprende.

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L’arte di essere Bill Murray, Gavin Edwards (Blackie Edizioni)

Di sicuro nel corso della vostra vita vi è capitato di ascoltare qualche aneddoto strano con protagonista Bill Murray. Con ogni probabilità quell’aneddoto, per quanto assurdo, è vero. Gavin Edwards ha messo insieme la biografia definitiva di Bill Murray, attore, idolo, culto: una ricostruzione delle sue gesta viste e raccontate attraverso gli occhi di chi è stato anche solo per qualche momento testimone inconsapevole e impreparato di un qualche grottesco atto di grandezza, o di follia, o di entrambe. Valore aggiunto è la solita confezione impeccabile di Blackie, che mette in copertina il faccione di Bill con il resto delle informazioni grafiche stampate su una vistosa etichetta adesiva gialla: vi sfido a resistere dallo staccarla. Nella sua imprevedibile traiettoria, il catalogo di Blackie Edizioni si è confermato anche nel 2021 uno dei più interessanti nel panorama letterario italiano. 

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Piranesi, Susanna Clarke (Fazi Editore) 

Dopo sedici anni torna in libreria Susanna Clarke per gettare di nuovo il suo incantesimo su noi lettori. Per Piranesi mi sento di dirvi pochissimo per preservare la vostra esperienza di lettura: abbandonatevi alla guida dell’autrice, aggraziata e sicura, attraverso la quale vi ritroverete in luoghi la cui architettura narrativa, intima e psicologica vi accoglierà facendovi sentire protetti, ma al tempo stesso stranieri in cerca di risposte in un mondo che susciterà da subito attrazione e timor panico. Per saperne di più, ne abbiamo parlato qui.

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Futurama e la Filosofia, a cura di Courtland Lewis (Blackie Edizioni)

“Ci sono più cose tra cielo e terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. A distanza di qualche secolo Orazio può finalmente gioire perché Futurama, la serie animata di fantascienza ideata da Matt Groening, tutte quelle cose le ha sognate, messe in scena e satirizzate. Non è dunque un caso, ma è anzi assolutamente opportuno e proficuo, che siano proprio gli episodi di Futurama a fornire gli spunti di riflessione per indagare i grandi temi che animano l’uomo dal momento in cui ha avuto consapevolezza di sé stesso. Nei 23 brevi saggi filosofici del testo troverete ironiche dissertazioni su dio, la religione, la preservazione del Pianeta, l’amore, il sesso… l’universo e tutto il resto! Ne abbiamo parlato qui.

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Le Divoratrici, Lara Williams (Blackie Edizioni)

La donna ha un corpo, ma è la società patriarcale ad averne il controllo che viene esercitato soprattutto tramite la dieta. Questo è la dimensione sociale e culturale in cui si muove Roberta finché decide di trasformare il cibo da nemico giurato, prima in alleato e poi in arma per riconquistare quello spazio fisico e psicologico che la società nega costantemente alle donne. Il fine è quello di celebrare un atto estremamente eversivo: saziarsi. Lo scopo di Roberta, e delle sue amiche, è quello di riempirsi, espandersi fino a occupare fisicamente quello spazio e quella legittimazione a esistere che vengono negati ai corpi non conformi. Le Divoratrici è, in ultima istanza, una gustosa storia per rivendicare il potere primigenio sul proprio corpo. Ne abbiamo parlato qui.

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Il Fiume Dentro di Noi, Karen Powell (Edizioni E/O)

Karen Powell, nella sua opera prima, sfoggia una sorprendente sicurezza nel maneggiare un materiale umano che in mani meno abili, e con una prosa meno suggestiva, sarebbe potuto sfociare facilmente in una galleria di stereotipi: la ricca vedova con un passato, il rampollo viziato, la ragazza umile ma bella. Al contrario, nell’intreccio di storie, smarrimenti esistenziali e segreti in bella vista, l’autrice consegna una storia malinconica, delicata e travolgente sullo sfondo di un’Inghilterra classista in cui la donna fatica ancora a liberarsi dal ruolo imposto dalla società. Ne abbiamo parlato qui.

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Vorrh, Brian Catling (Safarà)

Pubblicato in origine nel 2012, arrivato alla ribalta internazionale nel 2015 (anche grazie all’apprezzamento di Alan Moore), Vorrh di Brian Catling è approdato in Italia nel 2021 grazie a Safarà. Definire cosa sia Vorrh è un’operazione non semplce: la definizione di romanzo fantastico surrealista ne sfiora appena la superficie fatta di ciclopi, misteriose foreste pluviali e fotrografia, in una costante riflessione sulla percezione, la scienza e il binomio colonialismo/anticolonialismo. Vorrh è una lettura sicuramente complessa, ma al contempo affascinante, profonda, straniante e avvincente. 

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Su Marte!, Aleksandr Bognadov (Alcatraz)

Lo spettro della fantascienze a cui siamo abituati oramai si è allargato parecchio, includendo generi e approcci lontani da quello classico, tutti o quasi però accomunati dall’aderenza al canone occidentale. In questo senso è molto interessante il lavoro di recupero operato da Alcatraz che a inizio 2021 ha pubblicato integralmente l’opera di Alksandr Bognadov, scrittore, ma anche filosofo, politico (fu rivale di Lenin) ed esperto di scienza nella Russia di inizio secolo scorso. Nelle opere contenute nel volume (tra cui figura anche un inedito) Bognadov utilizza il fantastico per riflettere sulla società socialista che attende la Russia, ragionando sugli ostacoli che dovrà affrontare e confrontandosi con la caotica società terrestre (e capitalista) di inizio ‘900. 

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